Antonio Pollarolo (1676-1746) - Alleluja cigni canori

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Mottetto per soprano solo con accompagnamento di quartetto d'archi, composto da Antonio Pollarolo, figlio del più noto compositore operista Carlo Francesco Pollarolo.
Antonio Pollarolo fu maestro di cappella in S.Marco a Venezia nei suoi ultimi anni di vita, come successore di Antonio Lotti. 
In questo brano il testo in tardo latino si rifa al topos, molto in voga tra i madrigalisti secenteschi, del "canto del cigno" in quanto analogia con un canto struggente e bellissimo, emesso dal cigno (animale per altro "muto" o comunque dalla voce non particolarmente gradevole) prima di morire.
Ecco il testo completo: 
Alleluja, cigni canori,
de caelo volate.
Alleluja, angelici chori, 
cum me jubilate.
Fortunata, Consolata, 
alleluja, cum me cantate. 
Si vivere cum te caeleste amore
spero semper contenta,
non fero tormenta, 
et cum casto ardore 
in te sola confido, o spes divina, 
unde veni volando ad me festina.
Veni, veni, veni pure et me consola.
Cum te vivere suspiro, 
longe à te sempre deliro,
unde, o Jesu, veni, vola.
Alleluja, alleluja.

A motet for soprano solo and strings quartet by Antonio Pollarolo, who was maestro di cappella in S.Marco, Venice, right after Antonio Lotti for a few years. 
The text used, in late Latin, calls for the "singing swans" to join the singer in glorifying the Lord and the Lord himself to come and keep near the singer. The "singing swan" topos was used quite often in 17th century's madrigals, to signify an artist's most beautiful song before his death. Still nowadays it's used to talk about the last and most beautiful work of an artist whose career has been going down for a while.

Transcription by Guido Menestrina

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